Il 3 Settembre 2018 si è concluso il mio anno di Servizio Volontario Europeo in Finlandia. Sembra solo ieri che ero intenta a preparare delle valigie immense per andare in contro ad una nuova avventura. Tutto quello che sapevo erano le informazioni pratiche riguardo la città, l’alloggio, il tipo di lavoro ecc… Ma non sarei mai stata capace di razionalizzare allora a quali cambiamenti emotivi e personali mi avrebbe condotto quest’anno nella terra dei laghi.
Durante il progetto le attività sono state molteplici: dalla collaborazione nell’organizzare gli eventi creati dalla mia associazione ospitante ai campi estivi per ragazzi e bambini a cui ho partecipato nel mese di Giugno, dal lavoro d’ufficio improntato sull’utilizzo dei social media come Facebook ed Instagram al lavoro ricreativo svolto nelle youth houses con gli adolescenti dopo la scuola. Ognuna di queste attività mi ha entusiasmato, con i suoi lati positivi e negativi certamente (ho trovato una certa difficoltà nell’utilizzare il computer in Finlandese all’inizio ad esempio), ma mi hanno insegnato cose nuove ed interessanti di cui fare tesoro. Un altro risvolto decisamente rilevante è la possibilità che ho avuto di viaggiare in quasi tutta la Finlandia e di vedere luoghi mozzafiato che forse, con la frenesia di una normale vacanza, non avrei avuto il tempo sufficiente per apprezzarli appieno.
Credo che l’aspetto più importante e significativo sia stato proprio il fatto di immergermi totalmente nella scoperta di una nuova cultura totalmente differente dalla mia e nelle nuove esperienze legate a questa. Solo per fare alcuni esempi, mai avrei pensato di nuotare nel mare ghiacciato o di poter camminarci sopra, un mare ghiacciato non è un fenomeno a cui assistiamo spesso in Italia. Anche le passeggiate estive delle 23:00 con la luce del tramonto sono state sconvolgenti ma anche di una bellezza indescrivibile, così come sconvolgente era il fatto di uscire di casa quando il termometro segnava -27, ed ero solita lamentarmi del freddo quando la temperatura si aggirava sui -4 qui a Verona.
Le aspettative che mi ero fatta prima di partire sono state soddisfatte in maniera molto positiva. Ho avuto un organizzazione ospitante grandiosa, fatta di persone cordiali, gentili e sempre al mio fianco durante tutta l’esperienza, ogni qualvolta avessi un problema o mi servisse qualcosa non dovevo far altro che parlarne con la mia responsabile di progetto, non si trovano tante persone come lei, davvero dedite a far sentire i volontari a proprio agio e a fare in modo che l’esperienza venga vissuta nel migliore dei modi. Ma non sempre è stato tutto così positivo purtroppo. Vengo da una famiglia in cui siamo molto uniti e tantissime volte sentivo che la loro mancanza era troppo pesante da sopportare, così come sentivo fortemente la mancanza dei miei amici ed in quei momenti spesso ho pensato di tornare in Italia. Ma mi sono fatta forza e ho stretto i denti, e, passato l’oscuro inverno finlandese in cui il sole si alza alle 11:00 e tramonta alle 15:00, tutto ha iniziato ad essere in discesa.
Conoscevo molte più persone, molto di più la lingua e la cultura finlandese e tutto ciò ha fatto in modo che i momenti positivi superassero di gran lunga quelli negativi. Quello che posso dire è che non sapevo nemmeno io realmente cosa aspettarmi, ma a livello personale lo SVE mi ha fatto davvero crescere moltissimo. Ho visto paesaggi naturalistici difficilmente paragonabili, ho conosciuto delle persone meravigliose, provato cibi nuovi, viaggiato moltissimo ed ho iniziato a sentirmi realmente cittadini dell’Unione Europea. Perciò a chiunque stia pensando di intraprendere quest’esperienza non posso dire altro che fatelo, ne vale assolutamente la pena, perchè, per citare il mio amatissimo Oscar Wilde, “Vivere è la cosa più rara del mondo: i più, esistono solamente”, e il Servizio volontario europeo è un gran bel modo per farlo.
Cristina Guardini