Solitamente, le persone tendono a partire con determinate aspettative. Tuttavia, quando sono partito da Milano in direzione Skopje quasi non ne avevo.
Mi avevano chiamato due settimane prima, a causa di un problema qualcuno non poteva partire, ed allora ho deciso di partire.
Non sapevo cosa aspettarmi da un progetto chiamato AdVenture, da svolgersi per una settimana in una cittadina macedone ai confini con l’Albania.
Non ero mai stato nemmeno in Macedonia, ma nella cartolina il paesaggio montano immerso nella natura ispirava. E quindi, siamo partiti, di notte, da Malpensa, ed il giorno dopo siamo in un piccolo camping a Struga.
Ci accolgono delle persone gentili, dei piatti di cibo già in tavola, e scopriamo che andremo a dormire in casette di legno, molto pittoresche, sparse nel grande giardino del camping.
Arrivando mentre tutti erano a tavola, scopriamo e conosciamo facilmente gli altri membri del progetto: un gruppo (ovviamente) locale, composto da persone di Struga. Un altro greco, un altro proveniente dalla Romania ed infine, per non farci mancare nulla, un altro gruppo dalla Lituania. E poi, infine, siamo ovviamente noi a chiudere la coda, italiani, quasi tutti tra Bergamo e Brescia.
Iniziamo a conoscerci, mentre gli organizzatori finiscono l’accoglienza ed iniziano a spiegarci il programma settimanale.
E qui inizia proprio il problema, il dilemma, se così si può dire. In quella settimana, abbiamo fatto talmente tante cose, che per me riassumerle è estremamente complicato. E ora il mio lavoro è quello di spiegarle a voi.
Il che è un problema, in quanto ho solo 4000 caratteri a disposizione, ma vorrei scrivere un libro a riguardo.
Ho deciso quindi di non proseguire il racconto in maniera lineare (e noiosa), ma farvi assaporare alcuni flashback, alcuni momenti presi dall’arco della settimana, per potervi spiegare cosa sia davvero successo.
Abbiamo fatto un hiking notturno, durato 4 ore sulle montagne macedoni, arrivati tutti e trenta sulla montagna in riva al lago di Ocrida, riuscendo a scorgere le luci dei villaggi albanesi nell’opposta riva del Lago.
Ho fatto kayak insieme ad un rumeno e due italiane, cosa che non facevo da 10 anni.
Abbiamo passato un intero pomeriggio ad imparare a fare nodi e a fare un fuoco spontaneo, abbiamo preso dei rami vicini affilandoli, ed abbiamo fatto un self-made barbeque sul fuoco rovente in mezzo alla natura, cuocendo la carne con quei pezzi di rami affilati.
Abbiamo visitato la bellissima città di Ocrida, seconda città macedone, dove una chiesa ed una moschea sorgono in pace a 50 metri l’una dall’altra. Abbiamo anche visitato Skopje, dove tutto è stato eccezionale ed il sottoscritto, appassionato di storia antica, ha speso ore semplicemente guardando le statue (con somma ammirazione iniziale presto tramutatasi in disperazione delle altre ragazze italiane presenti, che erano molto più affascinate dal bazaar locale).
Ma non solo, abbiamo anche condiviso esperienze con tutto quel gruppo, e su consiglio degli organizzatori del progetto abbiamo portato avanti attività in favore dell’ambiente; Il tutto è culminato in una gara a chi riuscisse a raccogliere più spazzatura dalla vicina spiaggia: siamo onesti, vedere un bel lago con le spiagge piene di bottiglie è stato un ancora più forte incentivo ad organizzare eventi concreti per la salvaguardia della natura vicina. Abbiamo anche parlato di iniziative concrete per migliorare l’ambiente nel nostro piccolo.
Voglio concludere con due momenti: il primo, la notte probabilmente più bella è stata la serata interculturale che abbiamo imbastito.
Sì, volevo rassicurarvi, la pasta al pesto, i formaggi che abbiamo portato e le piadine alla nutella sono piaciute a tutti.
Al contrario, ballare musica greca, mangiare formaggi lituani e rumeni è stata veramente una bella esperienza, che ci ha tenuti in piedi fino alle 4 di mattina, mentre nessuno avrebbe voluto terminare la serata di propria spontanea volontà.
Il secondo, che adesso lavoro in Lituania. Che sembra una cosa sconnessa, ma se non avessi partecipato a questo progetto a fine settembre e non avessi conosciuto dei lituani, sicuramente non avrei mai mandato un curriculum appena tornato dal viaggio proprio per Vilnius, dove ora lavoro.
Non è solo stata una bellissima settimana, è anche stata una settimana che, in un modo o nell’altro, ha avuto un’esperienza decisiva sulla mia vita futura. E chi l’avrebbe mai pensato di trovare tutto ciò in uno scambio giovanile a Struga, in Macedonia del Nord.
Stefano, Irene, Simone,Greta e Alessandro alla scoperta di Eco Opportunities!
Venticinque ragazzi, otto giorni, cinque diverse nazioni europee e tante idee e opportunità sostenibili da condividere e scoprire: sono questi gli ingredienti del progetto Erasmus + Youth Exchange che si è tenuto dal 6 al 13 settembre a Covilha, in Portogallo. L’Italia vi ha partecipato, insieme a Spagna, Romania, Repubblica Ceca e Portogallo, con cinque ragazzi inviati dall’associazione Youmore Morcelli Giovani che da tempo a Brescia si occupa di promuovere il tempo libero, la formazione e l’istruzione dei giovani.
Tra questi, Stefano è partito perché aveva voglia di Europa, Simone invece per scoprire il mondo degli scambi europei. È stata, infatti, la prima esperienza anche per Irene: è partita perché voleva provare qualcosa di nuovo, conoscere coetanei che vivono in altri luoghi e vederne anche le differenze, avendo sempre il sostegno di ragazz* della propria nazione. Alessandro è partito perché ama viaggiare e scoprire il mondo: poterlo fare spendendo poco e con la possibilità di conoscere tante persone di altri paesi gli sembrava senz’alto un’occasione da non perdere! Il tema del progetto ha poi convinto Greta, che ha unito l’interesse per la sostenibilità al desiderio di mettersi in gioco per la prima volta in esperienze di questo genere.
Lo scambio, dal titolo Eco
Opportunities, aveva tra i suoi principali obiettivi quello di aumentare la
consapevolezza tra i partecipanti circa l’importanza della connessione tra uomo
e natura, in particolare fornendo strumenti per promuovere l’imprenditorialità
in ambiti come il turismo sostenibile e l’economia circolare. Il progetto è
stato infatti organizzato dall’associazione portoghese Pinus Verde. Essa nasce
nel 1998 con un forte legame con il territorio dell’interno di Pinhal e da
allora è essenzialmente uno strumento al servizio di una comunità e di un
territorio che si pone come obiettivi trasversali il miglioramento della
qualità della vita delle comunità rurali, nonché la promozione dei molteplici
usi del bosco e la salvaguardia del patrimonio ambientale. Durante la settimana
erano infatti previsti diversi momenti per lavorare insieme verso questi
traguardi: vi sono stati momenti per riflettere sui propri concetti di
sostenibilità, di turismo responsabile, di economia circolare, momenti per
lavorare in gruppo e creare dei video che potessero comunicare quegli stessi
concetti, ma anche quiz e coinvolgenti giochi di squadra per mettere alla prova
le conoscenze del gruppo rispetto a tali temi, oltre che per accrescerle. Il
tema è stato poi sviluppato anche nelle visite sul territorio: grazie a Pinus
Verde i partecipanti sono potuti entrare nella Casa del miele, punto di ritrovo
per gli apicoltori della zona, visitare gli alveari, Janeiro De Cima, uno dei
ventisei villaggi del progetto “Aldeias do Xisto”, un progetto di sviluppo
sociale che ha il turismo come strumento chiave. La scoperta della regione
interna del Portogallo è proseguita con diverse escursioni nel Parco Naturale
Serra da Estrela, fino a raggiungere il punto più elevato del paese.
Il cuore di questi scambi è però
dato anche dall’incontro di differenti culture, lingue e tradizioni provenienti
da tutta Europa. A fine giornata ci si dedicava perciò alle intercultural
nights: ogni gruppo presentava la propria nazione mostrando foto, video oppure
proponendo quiz o insegnando balli tradizionali. La serata proseguiva assaggiando
i prodotti tipici. Questi, così come altri momenti liberi durante la settimana,
hanno l’obbiettivo di far conoscere ai giovani europei la loro Unione, di
metterli alla prova in un contesto multiculturale che raramente sarebbe
possibile respirare nelle vite quotidiane di ciascuno.
Si torna a casa, quindi, con un
bagaglio di soft skills davvero ricco: si allenano competenze sociali, civiche,
creative, linguistiche, le stesse che attesta lo Youthpass, il certificato che
viene rilasciato al termine dello scambio. Nel bagaglio di ciascuno rimangono
però anche sorrisi, nuovi legami e la voglia di ripartire.
INFOPACK Fundación Paideia: Progetto di 12 mesi a partire da settembre 2021. Cerchiamo una persona che collabori nel dipartimento di Gioventù e Mobilità.
INFOPACK – FUNDACIÓN ADCOR Progetto di 9 mesi a partire da settembre 2021 coordinato dalla Fundación Paideia. Cerchiamo una persona per realizzare varie attività con persone con disabilità.
Il progetto Eco Opportunities è finanziato dal programma Erasmus Plus.
Il progetto prevede unire 5 giovani provenienti dalla Spagna, Italia, Rep Ceca, Romania in Portogallo per trascorrere una settimana di scambio giovanile con la tematica di natura, ambiente, eco-turismo, promozione dell’economia circolare.
Cerchiamo 5 partecipanti maggiorenni residenti in Italia!
Youmore Morcelli Giovani presenta due progetti di volontariato di un mese
Progetto TEAM “Time for Engagement, Action, and Mentorship”
Profilo dei partecipanti: 18-30 anni Spese di viaggio coperte ad un massimo di 275€ Tutor, vitto, alloggio e Pocket money garantito dal progetto Dove: Blagoevgrad, Bulgaria Data: 1 – 31 July 2021 Maggiore info: https://activebulgariansociety.org/…/esc-team-time-for… Iscrizione aperte entro: 21/06/2021 Solo candidati selezionati saranno contattati.
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Progetto “Athletic Festival:”
Profilo dei partecipanti: 18-30 anni
Spese di viaggio coperte ad un massimo di 275€ Tutor, vitto, alloggio e Pocket money garantito dal progetto Dove: Kavala Grecia Data: 20 settembre- 19 ottobre 2021 Maggiore info: https://europa.eu/youth/solidarity/placement/26362_en Iscrizione aperte entro: 21/06/2021 Solo candidati selezionati saranno contattati.
Nella mia esperienza in Francia la mia crescita si è accellerata ed espansa su tante dimensioni, sono più tante cose, superficialmente parlando ho imparato una lingua e a rapportarmi meglio con le persone,
per quanto riguarda la crescita personale il ESC ti da tantissimo, prima ero molto distaccato e non riuscivo a gestire bene la mia sensibilità, ma grazie a sfide che mi sono state presentate, ho imparato ad essere molto più fluido, concentrato, determinato, intraprendente,
accondiscendente ecc…
Un po’ è come andare in palestra:
la tua sicurezza poi si riflette in tutti gli aspetti della tua vita.
Ciao a tutti, mi chiamo Federico, ho 21 anni e vengo da Brescia. Quest’anno ho preso parte ad un progetto SVE (Servizio di Volontariato Europeo) nel centro Caritas di Kaunas (Lituania) per i malati di epilessia, permettendomi quindi di lavorare e vivere all’estero, in un nuovo Paese e per un nuovo tipo di lavoro. Lavorare e vivere all’estero mi ha dato la possibilità di sfidare me stesso ogni giorno sotto ogni aspetto della vita, dalla lingua diversa (sia inglese che lituano) fino al rapporto con le persone con le quali ho vissuto e lavorato.
Probabilmente nemmeno l’immaginazione del vecchio polacco che se ne sarà uscito chissà quando con questo proverbio (un anziano di sicuro, perché doveva essere uno che la sapeva lunga), avrebbe mai potuto prevedere quanto bene avrebbe sintetizzato la strana esperienza di nove italiani a Tarnów.
Arriviamo nel piccolo centro dell’estremo sud del paese il 3 novembre, dopo un viaggio di circa ottanta chilometri da Cracovia. Siamo solo a metà del pomeriggio, ma è già buio nella città “con il clima più mite della Polonia”; affermazione lapidaria ma incoraggiante letta su Wikipedia, che però non rende meno pungente il freddo che ci accoglie una volta scesi dal treno. Tra di noi la temperatura si è invece fortunatamente già alzata, nonostante alcuni dei partecipanti si siano conosciuti solo pochi giorni prima, intorno a un tavolo dell’associazione Youmore Morcelli Giovani, tra po’ di timidezza e imbarazzo, tante aspettative verso la nuova avventura e un paio di battute giusto per chiarire che si è tra gente alla mano. Come da raccomandazioni, cerchiamo di mischiarci subito tra la fauna raccolta nel centro di riabilitazione che ci ospita, struttura nuovissima e lussuosa. Ci vuole poco a fare amicizia con gli spagnoli, ma anche gli ungheresi e i polacchi fanno del loro meglio per cercare di rompere il ghiaccio alla svelta: scambio di nomi e luoghi di provenienza, commenti di rito sul cibo e due sfottò sui reciproci stereotipi culturali. Dopo una nottata di festa grande, il giorno seguente il sole si decide a mettere fuori il naso, e tutto fila abbastanza liscio. Evidentemente al cielo della Polonia piace però scherzare, e per gran parte dei cinque giorni seguenti siamo costretti a restare al chiuso a causa del clima. L’unica escursione a Cracovia, città magnifica e sorprendente, diventa così ancora più piacevole dopo vari giorni di prigionia. Continue reading