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Amazing: sorprendente, sbalorditivo, stupefacente.
Cosa mi aspetta? Chi sono le persone con cui condividerò questo viaggio? Troverò qualcosa di buono da mangiare? Dovrò davvero dividere la stanza con uno sconosciuto? E il bagno con venticinque sconosciuti? Riuscirò a comunicare? Queste le domande con cui siamo partiti.
Quando si riparte? Questa l’unica domanda con cui siamo tornati.
Quello che è accaduto nel mezzo è una bellissima storia, e per questo dobbiamo ringraziare Youmore Morcelli Giovani che promuove progetti rivolti ai ragazzi nell’ambito del programma comunitario ErasmusPlus interamente finanziato dalla Commissione Europea.
Partiti dall’Italia come cinque sconosciuti, abbiamo sfruttato il primo giorno di visita a Tallinn, città bellissima dai tratti medievali, come momento di aggregazione costruendo il team italiano. Tornati in aeroporto, dove ci aspetta un bus per raggiungere il battello che ci porterà sull’isola di Hiiumaa, sede dello scambio giovanile, incontriamo come primo gruppo i turchi, poi gli slovacchi e infine i greci, e si parte; i ragazzi estoni li conosceremo soltanto il giorno successivo. Dopo il primo e spiazzante impatto con ragazzi tanto diversi da noi, abbiamo lasciato spazio all’incontro, rompendo del tutto le barriere nel corso del progetto.
Arrivati all’ostello, immerso nel buio della notte dell’isola, il vento freddo ci dà il benvenuto e subito impariamo che in Estonia, quando entri in casa, devi togliere le scarpe.
La mattina dopo aprendo le finestre scopriamo un paesello, illuminato dal sole, che sembra sorto d’improvviso, insieme almattino.
Il tema dello scambio è l’imprenditorialità: durante il giorno lavoriamo in gruppi occupandoci di tematiche specifiche come la disoccupazione giovanile o ricercando le caratteristiche fondamentali per definire un imprenditore, e concludiamo con una discussione sempre molto coinvolgente ed appassionata.
Fin dal primo giorno apprendiamo l’importanza della puntualità per gli estoni, pena per i ritardatari 25 flessioni!
Le giornate si concludono con le serate di presentazione dei diversi Paesi, quella italiana è stata un successone: gnocchi al pomodoro e basilico, pasta al pesto, assaggi di grana padano, vino, musica anni ’80‘90, pandoro con crema al mascarpone; una vera e propria festa all’italiana. Durante le altre serate abbiamo assaggiato piatti di altri paesi, sapori e profumi di terre diverse, abbiamo condiviso abitudini, imparato danze e ascoltato canti tradizionali: eravamo in Estonia ma per brevi istanti potevamo sentirci slovacchi, greci o turchi.
Le paure iniziali hanno lasciato spazio a bellissimi ricordi, difficili da comprendere per chi non li ha vissuti.
Il calore del fuoco acceso in giardino. Le stelle luminose come poche volte si possono vedere. Il divano in pelle su cui abbiamo passato ogni serata. Gli gnocchi fatti in casa e gli apprezzamenti di chi mai li aveva assaggiati. Il piacere di una conversazione a metà tra inglese e linguaggio dei segni. I sogni. L’ebbrezza delle risate, quelle forti, sincere. La sauna. Gli sguardi d’intesa tra sconosciuti. Il sentirsi vivi e felici giocando a un gioco per bambini. Ogni singolo viso. Le canzoni riascoltate ogni sera. Le amicizie nuove, vere più di tante altre. Il mucchio di scarpe all’ingresso. Le tazze di tè caldo dimenticate nella sala comune. Il caffè turco.
Superare la timidezza. Mettersi alla prova. Il viaggio su un aereo da diciotto posti. L’entusiasmo delle ragazze greche alla vista della neve. Lo sguardo di chi sembra conoscerti da una vita e quello di chi ti guarda come se volesse conoscerti per il resto della vita. Scoprire che gli Eiffel65 li cantano in tuttaEuropa. La conferma che non esistono differenze insormontabili. Il piacere dello scoprire culture e abitudini diverse. Uscire dalla propria comfort zone. Rendersi conto che, in fondo, un sorriso è sempre la risposta migliore, anche se non hai capito la domanda. L’Erasmus è difficile da raccontare, lo devi provare, lo devi vivere.
Marco G. Sara C. Maura M. Sara Z. Filippo G.